Oggi l’Italia ha una grande risorsa per produrre energia sostenibile e rinnovabile: il biometano.
A Trucazzano, alle porte di Milano, da dicembre 2021, è in funzione un innovativo impianto Biomethane Green (https://goo.gl/maps/zEYeVhPKuhSZ4RHv6 – Cascina Rozza Truccazzano) a cui ha fatto visita di recente, il 10 maggio, una delegazione della associazione SOS Logistica.
Si tratta di un importante investimento (un totale di 10 milioni di euro) che ha consentito di realizzare una innovativa bioraffineria da “prato verde” in 18 mesi, lottando con la burocrazia italiana.
La visita è stata realizzata grazie al responsabile dell’impianto e all’ing. Fulvio Majorana. Erano presenti oltre all’Ing. Fulvio Majorana, Direttore commerciale – Biomethane Green Srl; anche il Dott. Giorgio Tanzi, Amministratore Delegato – TAP; l’Ing. GianLuca Cremonesi, Presidente- Air Liquide Italia; l’Ing. Francesco Pinardi , Direttore Generale – ekomobil; il Dott. Francesco Carrozzino, Procurement Manager – Four Sustainable Logistics; Renzo Provedel di SOS Logistica, l’Ing. Grégoire Beasse, Direttore commerciale Air Liquide Biometano; l’Ing. Luca Miragoli- Responsabile Qualità & Sicurezza e cinzia dr. Boschiero titolare di ECPARTNERS e socia SOS Logistica esperta in fondi europei.
La materia “seconda” che alimenta l’impianto è costituita da “deiezioni animali”, principalmente vacche, consegnate con camion da due aziende agricole vicine all’impianto stesso. C’è anche un contributo dato da allevamenti di galline che producono un materiale solido chiamato “pollina”.
Questi materiali di scarto sono acquisiti dai due “digestori” di grande capacità, ove sono trasformati, grazie a triliardi di microbi, in un gas che contiene metano, anidride carbonica e altri gas, come quelli a base di azoto e H2S. Il metano viene separato da CO2 da apposite membrane. La Co2 viene per ora dispersa nell’ambiente. Il Metano viene poi liquefatto e portato alla temperatura di – 170 gradi celsius, grazie a elevate pressioni e azoto liquido. Il metano liquido viene conservato in un grande contenitore cilindrico che è coibentato utilizzando sia del coibente, sia uno spazio vuoto tra il cilindro in acciaio, che contiene il metano liquido, e l’involucro esterno. Il materiale solido che si forma nei digestori viene poi “spremuto” per farne uscire l’acqua residua e poi accumulato per essere riusato come fertilizzante. Il processo chimico è piuttosto complesso e può generare sostanze pericolose per chi lavora; pertanto tutti i lavoratori presenti nell’area indossano un apparato elettronico che misura la concentrazione istantanea di alcuni componenti chimici per allertarli in caso questi superino delle soglie di “attenzione”, in particolare per l’acido solfidrico H2S.
La delegazione ha visitato gli impianti che sono dotati di soluzioni di ultrafiltrazione all’avanguardia che consentono dal liquame degli animali di creare due soluzioni fertilizzanti per terreni limitrofi agricoli, per irrorare il mais con un fertilizzante addizionato, per una coltivazione limitrofa di zucchine con una visione agronomica innovativa a 360 gradi. E’ un impianto che si integra fortemente con il territorio per la produzione di liquame, letame che viene studiata assieme alle aziende agricole limitrofe; per la produzione di metano liquido e di solfato di ammonio liquido, oltre che di digestato. Il liquame viene miscelato , liquefatto, lo stream di metano incrocia l’azoto liquido e nel processo di purificazione la CO2 viene separata e prossimamente sarà recuperata. Il processo di produzione del biometano consta di tre fasi principali: l’upgrading – il biogas viene purificato attraverso la rimozione di impurità, umidità e CO2 per ottenere biometano gassoso puro; la CO2 può essere recuperata e destinata ad utilizzi in campo alimentare e industriale; la liquefazione – il biometano gassoso entra nel liquefattore, dove raggiunge la sua temperatura di condensazione; lo stoccaggio e la commercializzazione– il biometano liquido stoccato in serbatoi criogenici, quindi distribuito con autocisterne criogeniche dedicate presso le stazioni di rifornimento per essere immesso in commercio. Inoltre l’impianto fa da stoccaggio sicuro per i liquami delle aziende agricole partner ed ottimizza il processo con la maturazione del liquame di 180 giorni certificatiMalgrado le difficoltà burocratiche per la sua realizzazione oggigiorno l’impianto funziona ottimamente ed è un fiore all’occhiello della tecnologia.
Il team di progettazione ha innovato tutti i processi dallo sminuzzamento, all’ aggiunta di batteri, a studi anche su come migliorare l’alimentazione degli animali (oltre 600 mucche e 1500 bufali) con degli integratori per avere anche un liquame e un metano di qualità. Ci sono voluti 18 mesi per la realizzazione dell’impianto e altri due sono in divenire entro dicembre 2022, uno a Fontanella e uno a Covo. Il biogas e il biometano possono essere lo strumento attraverso cui l’agricoltura italiana raggiunge gli obiettivi europei in tema di neutralità carbonica e di transizione ecologica. Lo dicono i dati: entro il 2026, grazie all’ampliamento degli impianti esistenti e alla costruzione di nuovi impianti in ambito agricolo, l’Italia potrebbe raggiungere una produzione di biometano pari a 2,3 -2,5 miliardi di metri cubi, dagli attuali 236 milioni. Con una previsione di investimenti di 5 miliardi di euro (fonte Biogas Italy). All’interno del Pnrr sono già previsti interventi ad hoc per lo sviluppo del biogas e del biometano. Già il Decreto interministeriale del 2 marzo 2018 promuoveva l’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti e rappresentava un provvedimento strategico che mirava a favorire l’utilizzo delle fonti rinnovabili nei trasporti, anche attraverso lo sviluppo di iniziative di economia circolare e di gestione virtuosa degli scarti agricoli.
In Italia il CIB – Consorzio Italiano Biogas è la prima aggregazione volontaria che riunisce aziende agricole produttrici di biogas e biometano da fonti rinnovabili; società industriali fornitrici di impianti, tecnologie e servizi per la produzione di biogas e biometano; enti ed istituzioni che contribuiscono alla promozione della digestione anaerobica per il comparto agricolo. Sul portale Italiadomani viene confermato che l’obiettivo è di migliorare di 2,3-2,5 miliardi di metri cubi la produzione di biometano, che permetterebbe di ridurre l’utilizzo dei gas a effetto serra dell’80 per cento e oltre. Lo sviluppo del biometano, ottenuto massimizzando il recupero energetico dei residui organici, è strategico per il potenziamento di un’economia circolare basata sul riutilizzo ed è un elemento rilevante per il raggiungimento dei target europei di decarbonizzazione. Se veicolato nella rete gas, il biometano può contribuire al raggiungimento dei target al 2030 con un risparmio complessivo di gas a effetto serra, rispetto al ciclo vita del metano fossile, tra l’80 e l’85 per cento. Sono previste diverse linee di intervento: riconvertire gli impianti biogas agricoli già esistenti verso la produzione di biometano per l’industria, i trasporti e il riscaldamento; sostenere finanziariamente la realizzazione di nuovi impianti; diffondere pratiche ecologiche nella fase di produzione del biogas (siti di lavorazione minima del suolo, sistemi innovativi a basse emissioni per la distribuzione del digestato) per ridurre l’uso di fertilizzanti sintetici e aumentare l’approvvigionamento di materia organica nel terreno; promuovere la sostituzione di almeno 300 trattori non efficienti e datati con veicoli alimentati a metano/biometano e dotati di attrezzi per l’agricoltura di precisione.
Il biometano è un gas 100% rinnovabile e in questo impianto innovativo si ottiene dal biogas proveniente dalla digestione anaerobica degli effluenti zootecnici e scarti agroindustriali. Il biometano infatti è il combustibile ottenuto dalla purificazione del biogas che, a seguito di opportuni trattamenti chimico-fisici (purificazione o upgrading), anche svolti in luogo diverso da quello di produzione, è idoneo alla successiva fase di compressione per l’immissione nella rete del gas naturale. In tale definizione si comprende anche il combustibile prodotto tramite processi di conversione in metano dell’idrogeno ottenuto da fonti rinnovabili e della CO2 presente nel biogas destinato alla produzione di biometano o prodotta da processi biologici e fermentativi. Il biometano viene definito come avanzato se ottenuto a partire dalle materie elencate nella parte A dell’allegato 3 del DM 10 ottobre 2014 e s.m.i.
Questo innovativo impianto è nato dal connubio tra la tecnologia francese e due aziende agricole lombarde, una che alleva bufali e mucche; un’altra che alleva mucche e polli di cui si utilizza la pollina. Rappresenta pertanto un progetto pilota estremamente interessante per lo sviluppo territoriale e per come ha applicato soluzioni economia circolare e anche di logistica integrata che rispondono alle esigenze del mercato con un’attenzione particolare all’innovazione.